LE FOIBE

le foibe - il cuore nel pozzo

Le Foibe sono state raccontate in una fiction televisiva (regia di Alberto Negrin, protagonista Leo Gullotta) che è stata trasmessa su Rai Uno il 6 e 7 febbraio 2005.

Graziano Udovisi di Pola ha ricevuto un Oscar tv legato alla fiction «Il cuore nel pozzo»

«Adesso l’Italia conosce le foibe»


«Ho sentito tanto calore attorno a me, tutta la gente partecipe del mio dramma e ho capito che dopo sessant’anni finalmente molti italiani stavano apprendendo una parte fondamentale e tragica della nostra storia.» Graziano Udovisi, istriano di Pola, è tornato a Reggio Emilia, dove abita da oltre mezzo secolo, da Sanremo dove sabato sera ha ritirato l’«Oscar tv speciale» come unico sopravvissuto delle foibe tuttora vivente. Il suo premio era legato a quello che tra le fiction ha visto trionfare l’ormai arcinota «Il cuore nel pozzo». (...)

Udovisi, italiano di una terra prevalentemente italiana, consegnatosi agli jugoslavi il 2 maggio 1945 per permettere ad altri italiani di salvarsi, è stato torturato, seviziato e umiliato dai titini (tanto da riportare danni fisici permanenti), per essere alla fine gettato in una foiba a Fianona dalla quale riuscì miracolosamente a risalire dopo molte ore, mettendo anche altruisticamente in salvo un commilitone, Giovanni Radeticchio, mentre altri quattro morirono. Loro due erano riusciti a evitare la raffica di mitragliatrice sparata sui prigionieri.
Una vicenda di orrore e violenza da deplorare, ma il premio, come probabilmente le trasmissioni televisive nazionali alle quali recentemente Udovisi è stato ospite, non hanno messo nell’opportuno rilievo il ruolo che questo istriano, che il 6 luglio compirà ottant’anni, ricopriva.

«Ero inquadrato nel secondo reggimento della Milizia difesa territoriale, dipendente da Pola - ha spiegato ieri mattina Udovisi - ero ufficiale e avevo il comando di Portole e Rovigno. Era l’unico modo per difendere la popolazione italiana e i territori italiani perché dall’8 settembre 1943 gli slavi avevano incominciato ad ammazzare tutti, secondo un progetto preparato a tavolino, una carneficina che in quelle terre ha provocato ventimila morti. Sono stati loro a portare il terrore nel mondo fin dai tempi di Gengis Khan.» (...)

«Vidi che con gli slavi era passato un maggiore dell’esercito italiano - ha commentato Udovisi - chi era il traditore: io o lui? Non mi si poi parli delle violenze del fascismo: cosa c’entrava la popolazione dell’Istria su cui si abbattè il genocidio compiuto dagli slavi?»

«La fiction è stata qualcosa di straordinario - ha commentato Udovisi - Gullotta era la metafora di un imperativo morale che imponeva di salvare il salvabile, Fiorello impersonava l’agnosticismo che aveva coinvolto molti dopo il crollo della Patria. Grazie soprattutto a loro, noi profughi che fino a ieri eravamo stati completamente cancellati, adesso sentiamo tanta gente che ci dice: il nostro cuore è con voi. L’Italia ha conosciuto il nostro dramma, forse presto lo conoscerà l’Europa intera. Io da allora non sono mai più tornato in Istria: se mi invitano lo faccio. Ma non mi aspetto che gli slavi lo facciano.»

Silvio Maranzana

Il Piccolo 22/03/05

TERRORE A TRIESTE