LE FOIBE |
le foibe - rassegna stampa |
Le dure verità Ha del tutto ragione Gino Paoli nell'attribuire alla sinistra, ovvero al Pci e ai suoi eredi, la responsabilità politica e morale per la vicenda delle foibe. Un discorso così schietto non l'ho sentito mai fare, soprattutto da parte di chi, come Gino Paoli, dice di essere stato di sinistra e di voler continuare a essere di sinistra. Sia pur osservando la vicenda da un'angolatura particolare, cioè la storia della sua famiglia monfalconese, è da riconoscere che egli ha colto perfettamente nel segno. Le tragedie che si sono abbattute sulle nostre terre nel settembre 1943 e, più marcatamente, nel maggio 1945, portano infatti il marchio del comunismo: di quello jugoslavo e sloveno in particolare, dominato dalla pura e semplice volontà di conquista territoriale alla luce del principio: arraffiamo tutto quello che si può (Churchill l'aveva definita a caldo proprio in tal modo, land grabbing). Su ciò troneggiava comunque la stella rossa, fatto che permise ai comunisti italiani del nord-est di dimenticare Togliatti e di passare armi e bagagli dalla parte di Tito. Quanto al leader del Pci, egli se ne ebbe un po' a male
ma non tanto: realista e cinico qual era, sapeva benissimo di non essere in
grado di controllare i comunisti italiani di queste parti, per cui fece buon
viso a cattivo gioco. Per inciso, in termini comparativi qui la violenza fu
più aspra (cioè fece più morti) a dimostrazione del fatto che fra i comunisti
dell'Europa Orientale Tito amò distinguersi per estremismo, cosa che, a un
certo punto dette fastidio persino a Stalin, che nel 1948 non potè fare a meno
di scomunicarlo. Da uomo di sinistra, come si è definito, Gino Paoli ha
invitato la sinistra a un'assunzione di responsabilità. Al pari del suo
giudizio sulla vicenda delle foibe, anche l'appello è del tutto condivisibile;
ma temo che stenterà a essere accolto. Al riguardo più di uno, a Trieste e non solo qui, ha
riconosciuto loro il merito di avere aperto pagine che erano rimaste chiuse nel
loro libro di storia, cioè di avere riconosciuto la tragedia dell'esodo e i
silenzi della dirigenza comunista di allora, nonché il valore dell'amor di
patria, a lungo esso pure ignorato quando non bollato in termini negativi. Giampaolo Valdevit |
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TERRORE A TRIESTE | |
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